Un cassonetto per «adottare» una lampadina

Separare il vetro dal metallo isolando le sostanze inquinanti. Basta un semplice gesto per indirizzare anche una normale lampadina sulla strada del recupero: ovvero, metterla nell’apposito cassonetto che si trova nella piazzola ecologica comunale. Ecolight, sistema collettivo per la raccolta e il riciclaggio dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (raee), lancia il progetto “adotta una lampadina”, fornendo alle amministrazioni pubbliche gli appositi contenitori dove posizionare le lampadine.
«Più di mille isole ecologiche hanno già avuto questi particolari cassonetti per la raccolta delle sorgenti luminose -spiega Giancarlo Dezio, direttore generale del consorzio Ecolight-. Abbiamo deciso di stimolare la differenziazione nella raccolta delle lampadine andando incontro quelle che sono le più banali esigenze per chi gestisce una piazzola per la raccolta dei rifiuti: trovare un adeguato posto dove poterle raccogliere, senza che vi sia dispersione di vetro o sostanze inquinanti. Solitamente le lampadine che cambiamo all’interno delle nostre abitazioni vengono messe nel sacco dell’indifferenziato, oppure in mezzo al vetro. Ma non è la loro giusta collocazione: come raee devono seguire una raccolta a sé ed essere inviate verso gli impianti di separazione e recupero. Procedure che non tutti conoscono, ma che la normativa in vigore prevede».
Secondo i dati in possesso di Ecolight, soltanto il 20-25 per cento delle lampadine immesse sul mercato viene ricondotto ad un percorso di recupero. «Un dato estremamente basso», commenta Dezio. «Il vantaggio di raccogliere le lampadine in modo separato non è solamente nel recupero di materie prime seconde, come vetro e metalli, ma soprattutto nell’evitare che sostanze particolarmente inquinanti, come il mercurio, non siano smaltiti correttamente».
Per le lampadine sono infatti previste due metodologie di recupero: la prima interessa le cosiddette “lampade lineari”, quelle al neon. Le lampade vengono innanzitutto tagliate, permettendo così di separare il metallo dal vetro al piombo. Quindi, le sostanze fluorescenti vengono estratte dal tubo di vetro con il soffiaggio ad aria e poi inviate al trattamento specifico che permette di separare il mercurio. Infine, il vetro ripulito viene triturato. La seconda metodologia viene applicata solitamente a tutte le altre lampadine: queste vengono triturate per separare il vetro dal metallo. La polvere fluorescente viene separata con un soffiaggio di aria e raccolta attraverso un sistema di filtraggio. Sulla base di questi metodi, «Ecolight si è attrezzata per la raccolta differenziata delle stesse lampadine con due distinti contenitori -spiega Dezio-: il primo è destinato alle normali lampadine a risparmio energetico. Il secondo, che ha una forma un po’ più allungata, è per i neon».