Dai rifiuti elettronici un’opportunità per i detenuti di Forlì

Il recupero delle apparecchiature elettriche ed elettroniche entra in carcere. È stato sottoscritto oggi, mercoledì 27 maggio, nella sede della Provincia di Forlì-Cesena, a Forlì, il progetto “Raee in carcere” per il reinserimento lavorativo dei detenuti della casa circondariale di Forlì. L’iniziativa, lanciata dal ministero della Giustizia, dal ministero del Lavoro e dalla Provincia di Forlì-Cesena, vede l’importante collaborazione del consorzio Ecolight, insieme al Centro Servizi Raee, alla cooperativa sociale Gulliver, al Gruppo Hera Spa e Techne Scpa, CCLG spa, Confederazione Nazionale Artigianato Forlì Cesena, oltre all’amministrazione penitenziaria della Casa circondariale di Forlì.
Il progetto prevede la realizzazione di un laboratorio dove, attraverso lo smontaggio dei rifiuti elettrici ed elettronici, si arriva alla separazione dei diversi materiali per il recupero di materie prime seconde. Alla cooperativa Gulliver saranno affidate le commesse e la gestione del laboratorio; al consorzio Ecolight invece, il conferimento e il ritiro dei raee, nonché il pagamento per la lavorazione dei rifiuti. Secondo l’accordo di cooperazione che è stato firmato, nel laboratorio è previsto l’impiego di due o tre persone, con impegno di 25 ore settimanali ciascuna, per smaltire circa 300 tonnellate all’anno, in grado di permettere un flusso di lavoro costante e, nel tempo, l’impiego di un numero crescente di lavoratori. L’obiettivo dichiarato è formare persone con «competenze professionali e trasversali adeguate per raggiungere un’occupazione stabile nelle imprese profit del territorio», spiega Giancarlo Dezio, direttore generale di Ecolight, sistema collettivo in grado di trattare tutte le tipologie di raee.
Continua Dezio: «Ecolight ha aderito prontamente all’iniziativa, confermando la finalità sociale della propria attività. Piccoli elettrodomestici, apparecchiature informatiche, lampadari, utensili, giocattoli e grandi elettrodomestici ferrosi, ovvero rifiuti non pericolosi di provenienza prevalentemente domestica, troveranno una nuova vita grazie a questo progetto innovativo. Il fatto di operare quotidianamente per l’ambiente ci spinge non solamente a sostenere campagne di sensibilizzazione per un corretto smaltimento dei rifiuti elettronici, ma anche a contribuire per dare vita ad un processo a carattere industriale capace di creare competenze professionali e nuove opportunità di lavoro per il reingresso nella legalità dei carcerati».
Oltre alla finalità sociale, questo progetto ha un valore aggiunto per l’integrazione in rete di diversi partner: «Finalità e obiettivi, strategie e risultati -conclude Dezio- sono condivisi da tutti i soggetti che hanno voluto dare vita a questa iniziativa capace di conciliare tutela ambientale con impegno sociale».