Aumentano i quantitativi di plastica da recuperare e, al contempo, migliora anche la qualità stessa del prodotto recuperato; diminuiscono le frazioni che vengono mandate ad incenerimento e si abbassano anche gli inquinanti emessi. Sono questi i risultati del progetto che il consorzio Ecolight, il dipartimento di Ingegneria meccanica e industriale dell’Università di Brescia e Stena Recycling Italia, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, hanno sviluppato sui piccoli rifiuti elettronici appartenenti al raggruppamento R4 e che sono stati presentati il 31 gennaio 2020 a Milano nel convegno “L’economia circolare nei rifiuti elettronici: il miglioramento del recupero delle plastiche nei RAEE”.
Il progetto è partito dalla necessità di migliorare i processi di recupero delle plastiche contenute in phon, frullatori, telecomandi e mouse non più funzionanti, non solamente perché queste tipologie di RAEE contengono una percentuale elevata di plastica (il 30% del loro peso), ma anche perché sono il raggruppamento che sta crescendo ad una velocità maggiore: l’anno scorso la raccolta è infatti aumentata di oltre il 15% rispetto al 2018. Le plastiche degli R4 però sono caratterizzate da due elementi: innanzitutto, presentano una grande molteplicità di polimeri utilizzati e, non certo secondo, vedono la presenza di plastiche con ritardanti di fiamma bromurati che non possono essere avviate a recupero di materia, ma solo ad incenerimento.
Nei due anni di ricerca, sono stati studiati i processi di trattamento delle plastiche degli R4. In particolare, l’attenzione si è concentrata sulla separazione per flottazione, ovvero il duplice passaggio che permette di dividere dapprima le plastiche riciclabili (plastiche leggere) da quelle con ritardanti di fiamma bromurati (plastiche pesanti) e dai metalli; e quindi, le plastiche pesanti dai metalli. Gli studi condotti hanno permesso di raggiungere gli obiettivi del progetto: sono stati infatti migliorati i processi di trattamento e selezione delle plastiche sotto i profili quantitativi e qualitativi. Grazie alle nuove soluzioni adottate, è aumentata la frazione di plastica leggera che può essere destinata a recupero di materia. Se rapportato ai dati di raccolta nazionale del 2019, l’incremento porta a oltre 17.200 le tonnellate totali di plastica che si possono recuperare dai piccoli RAEE; questa plastica, opportunamente lavorata, ha caratteristiche che permettono di reimpiegarla per la costruzione di alcune parti di apparecchiature elettriche, ma anche nella fabbricazione di panchine, appendiabiti e vasi. A questo aumento è corrisposta anche una speculare diminuzione della plastica pesante, non riciclabile e destinata a distruzione termica. Sotto il profilo della qualità dei materiali ottenuti, significativo è stato il calo (-10%) degli scarti nelle due frazioni che vengono inviate a recupero, ovvero la plastica leggera e i metalli. Questo significa una potenziale miglior collocabilità del prodotto sul mercato dei materiali recuperati.