RAEE, nel 2012 raccolto il 32% di quanto immesso

Solo un’apparecchiatura elettronica su tre, una volta arrivata a fine vita, segue il corretto circuito di gestione. È quanto emerge dalla nuova edizione del rapporto “L’Italia del Riciclo 2013“, realizzato da Fise-Unire e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. Il Rapporto, presentato il 5 dicembre 2013, fornisce un quadro complessivo sul riciclo dei rifiuti in Italia e individua le dinamiche europee ed internazionali dei mercati dei materiali riciclati e le tendenze in atto in Italia, attraverso l’analisi dettagliata del contesto economico nazionale ed internazionale.
Per quanto riguarda i RAEE, è stata fatta un’analisi puntuale della situazione, arrivando anche ad indicare obiettivi ed aree di intervento per migliorare il sistema Italia. Le quantità di apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato italiano nel 2012 sono state, in peso, pari a 746.000 tonnellate, con un calo del 12% rispetto all’anno precedente. Nel 2012 sono state raccolte complessivamente 238.000 tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche con un calo del 9% rispetto al 2011. Nonostante questa flessione, si è comunque confermato il raggiungimento dell’obiettivo europeo dei 4 kg/abitante. La percentuale di RAEE raccolti rispetto all’immesso al consumo è stata del 32%. Il rapporto arriva a promuovere il sistema Italia per il suo ruolo nella gestione dei RAEE. Si legge infatti nel documento: «Il sistema di recupero dei RAEE sta crescendo come documentano anche i dati sulla crescita di ferro, vetro, metalli non ferrosi, plastiche e altri materiali riciclabili recuperati».
Esistono però degli spazi di miglioramento. Il rapporto ha individuato degli obiettivi e delle aree di intervento per migliorare il funzionamento del sistema RAEE con conseguenti benefici sulla raccolta.
Innanzitutto «garantire il corretto funzionamento del Registro dei produttori di AEEaffinché i dati raccolto possano dare un certo riferimento per il calcolo e l’attribuzione da parte del Comitato di vigilanza e controllo, delle quote di mercato e di responsabilità finanziaria ai produttori di AEE quindi ai rispettivi sistemi collettivi delegati alla gestione del recupero dei RAEE».
In secondo luogo, viene indicata la necessità di «rendere pienamente operativo il Comitato di vigilanza e controllo (adesso unificato con quello delle pile e delle batterie) in modo che possa finalmente svolgere tutte le sue funzioni essenziali».
Terzo: «Completare e adeguare la rete dei Centri di Raccolta esistenti, attualmente distribuita territorialmente in modo disomogeneo, e costituita da punti di raccolta disciplinati in modo differenziato e che in diverse realtà presentano ritardi nell’adeguamento alla nuova disciplina che rallentano anche il completamento della messa a regime del sistema RAEE».
Ritorna anche il DM 65/2010, il decreto Uno contro Uno per il quale viene auspicata una «reale semplificazione al fine di limitare stringenti limiti quantitativi/temporali per lo stoccaggio dei RAEE e consentire a tutti i CdR di poter permettere il conferimento con vincoli normativi coerenti con i requisiti tecnici minimi». Ancora: «Assicurare che la normativa tecnica che disciplina le caratteristiche e l’utilizzo delle materie prime seconde ottenute dai RAEE non rappresenti un ostacolo allo sviluppo delle attività di riciclaggio, in quanto non adeguata al progresso tecnico anche in rapporto alle condizioni presenti negli latri Paesi europei».
Non certo ultimo, viene auspicata una «collaborazione con il ministero dell’Ambiente e con le associazioni di categoria rappresentative dell’intera filiera ai fini dell’applicazione del SISTRI al sistema RAEE con modalità semplificate, nello spirito della riforma del sistema di tracciabilità, tenendo presenti in particolare le peculiarità della raccolta dei RAEE domestici e le caratteristiche dei differenti soggetti che ad essa concorrono».
In prospettiva, «la nuova direttiva appena pubblicata costituisce un importante impulso verso un miglioramento e consolidamento del sistema RAEE in Europa. I nuovi obiettivi di raccolta rappresentano per l’Italia una sfida da affrontare con determinazione. È imprescindibile che inizi quanto prima un processo di recepimento rapido da parte del legislatore per definire le norme specifiche e tecniche che possano dare un ulteriore slancio al sistema RAEE, nonché al sistema economico italiano».
Per consultare l’intero rapporto:
http://www.fondazionesvilupposostenibile.org/documenti