Associazioni di categoria e Comitato di vigilanza e controllo RAEE sono stati chiamati dal Ministero dell’ambiente e della tutela del mare a verificare gli obblighi che il decreto “uno contro uno” ha introdotto dal giugno 2010. Con una nota, il Ministero ha infatti chiesto di attivarsi affinché sia rispettato l’obbligo di ritiro gratuito dei RAEE domestici da parte dei rivenditori a fronte dell’acquisto di un prodotto elettronico di equivalente funzionalità e ci sia un’informazione corretta al consumatore posizionata all’interno del punto vendita. Secondo un’indagine condotta da Greenpeace, che ha portato la Commissione europea a inviare all’Italia una lettera di messa in mora, il 63% dei rivenditori non informerebbe correttamente i clienti sulla gratuità del ritiro dell’usato e il 40% degli stessi rivenditori non rispetterebbe l’obbligo di ritiro gratuito. A fronte di questi dati, resta lo sforzo che il consorzio Ecolight sta sostenendo nell’andare incontro alle esigenze della distribuzione offrendo un servizio di ritiro dei rifiuti elettronici consegnati al punto vendita dai consumatori. Ecolight però ha posto in evidenza fin dall’inizio le difficoltà riscontrate nello svolgere un servizio previsto dalla normativa. In Italia sono ancora pochi i centri di raccolta che accolgono i RAEE provenienti dal circuito della distribuzione. Secondo i dati del Centro di Coordinamento RAEE circa quattro piazzole su dieci non ritirano i rifiuti elettronici raccolti dai negozi attraverso il sistema dell’uno contro uno. Delle altre sei piazzole comunali, cinque accolgono RAEE solo per piccoli quantitativi e provenienti dal territorio di competenza e solamente una è disposta a ricevere questi rifiuti indipendentemente dal territorio. Questioni che il Ministero e neppure Greenpeace hanno affrontato.