Meno di un’apparecchiatura elettronica a fine vita su tre viene recuperata in modo corretto. È quanto emerge dall’ultimo rapporto l’Italia del Riciclo che ha considerato i dati relativi al 2011 per quanto riguarda la gestione dei RAEE. Infatti, come si legge nel rapporto «le quantità di apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato italiano nel 2011 sono state, in peso, pari a 845.000 tonnellate, con un calo del 5% rispetto all’anno precedente. Nel 2011 sono state raccolte complessivamente 260.000 tonnellate di RAEE, pari a 4,29 chilogrammi pro-capite, in aumento del 6% rispetto alle 245.000 tonnellate del 2010, nonostante un calo dei RAEE immessi al consumo».Quello che più interessa è la percentuale dei RAEE raccolti rispetto all’immesso al consumo: è stata del 31%. Questo dato risente delle innovazioni tecnologiche e dell’andamento del mercato. Differenti infatti le percentuali di raccolta ottenute per i cinque raggruppamenti: 47% per R1 (frigoriferi e congelatori), 22% per R2 (lavatrici, lavastoviglie, forni), 147% di R3 (televisori e monitor) valore dettato dal differente peso tra i vecchi tv a tubo catodico e quelli nuovi a schermo piatto, 13% per R4 (piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo) e 8% per R5 (lampade e altre sorgenti luminose). Il sistema di recupero dei RAEE sta, quindi, crescendo, come documentano anche i dati sulla crescita di ferro, vetro, metalli non ferrosi, plastiche e altri materiali riciclabili recuperati, passati, in totale, da 222.700 tonnellate nel 2010 a 237.000 tonnellate nel 2011».
Sulla base di queste analisi diventano ambiziosi i nuovi obiettivi di raccolta indicati dalla nuova direttiva europea. La normativa infatti prevede che entro il 2016 si dovranno raccogliere 45 tonnellate di RAEE per ogni 100 tonnellate di nuovi apparecchi elettronici immessi sul mercato (una quantità che diventerà di 65 tonnellate nel 2019). Utilizzando il metodo di calcolo basato sull’immesso al consumo di AEE come media dei tre anni precedenti, significa che l’Italia dovrà passare da una media pro-capite di 4,2 chilogrammi a circa 21,5 chilogrammi per abitante nel 2019. Se invece, come prevede la nuova direttiva in alternativa a questo metodo di calcolo, si considerasse il 65% dei RAEE generati, il quantitativo scenderebbe, sempre in vista del 2019, a circa 17 chilogrammi per abitante.