Ammontano quasi a 42 milioni di tonnellate i Rifiuti elettronici prodotti nel 2014 in tutto il mondo con una crescita del 5% rispetto all’anno precedente. A rivelarlo è il rapporto “E-Waste monitor 2014” della United Nation University che ha fotografato la situazione RAEE nei cinque continenti. La produzione di rifiuti elettronici l’anno scorso viene stimata intorno ai 41,8 milioni di tonnellate così suddivise: un milione di sorgenti luminose, 3 milioni di elettronica di consumo; 6,3 di monitor e televisori; 7 milioni tra frigoriferi, condizionatori e forni; 11,8 milioni di grandi elettrodomestici e 12,8 milioni di piccoli elettrodomestici. Sono volumi destinati a crescere ad un tasso del 4-5% all’anno. Il rapporto infatti arriva a stimare che nel 2018 le tonnellate di rifiuti elettronici prodotti arriveranno a sfiorare i 50 milioni (con un incremento del 20% in soli quattro anni). I maggiori produttori di rifiuti sono gli europei con una media per abitante superiore ai 15,5 kg davanti all’Oceania (15,2 kg) e all’America (12,2).
Solo il 15% dei RAEE totali prodotti nel 2014 a livello globale è stato riciclato correttamente, con alcuni paesi (Svezia, Danimarca e Bulgaria) che già riciclano più del 60% del materiale elettronico. Eppure i rifiuti elettronici si caratterizzano per essere un’importante miniera urbana. La United Nation University ha valutato in 48 miliardi di euro il valore delle materie prime seconde che si potrebbero ottenere dai rifiuti elettronici se questi fossero trattati in modo corretto. Elevato il flusso non regolare di questi rifiuti: arriverebbe al 60% del totale, danneggiando non solamente l’ambiente ma soprattutto la salute.
Tra i problemi da affrontare, oltre alle esportazioni illegali, il rapporto pone l’accento sulla mancanza di un quadro normativo per la gestione e il trattamento di questi rifiuti. Infatti solamente 4 miliardi di persone, su 7,1 miliardi della popolazione globale, hanno una legge nazionale di riferimento sui RAEE. L’Europa è sicuramente il continente che meglio si sta muovendo: la direttiva RAEE (che è stata recepita dall’Italia l’anno scorso) ha posto degli obiettivi chiari, anche se ambiziosi: entro i prossimi anni si dovrà arrivare alla raccolta dell’85% di quanto prodotto.