Raee, pile e accumulatori, i nodi da sciogliere per le imprese e per l’ambiente

Una guida aggiornata con le ultime evoluzioni, indicazioni operative e di gestione in tema di apparecchiature elettriche ed elettroniche, Raee, pile e accumulatori. È questo il libro “Le Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, le Pile e gli Accumulatori” (Hyper Edizioni) che Paolo Pipere, coordinatore del Master in Diritto e Gestione dell’Ambiente de “Il Sole 24 Ore”, ha dato alle stampe. Un vademecum che il consorzio Ecolight, sistema collettivo leader nella gestione di raee e pile e punto di riferimento per la grande distribuzione organizzata, ha deciso di presentare e sponsorizzare. «Nell’ottica di dare un contributo significativo alla tutela dell’ambiente, Ecolight ha voluto promuovere questo testo quale strumento per affrontare e comprendere le normative che regolano l’attività dei sistemi collettivi e le responsabilità attribuite ai produttori e ai rivenditori -ha detto il presidente di Ecolight, Walter Camarda, introducendo la serata al National Hotel di Rimini- Prescrizioni complesse che Ecolight si è prefisso di semplificare attraverso il proprio servizio di gestione di raee e pile esauste, per andare incontro alle esigenze delle aziende».
Le sfide all’orizzonte non mancano. Innanzitutto sul fronte dei raee: nei soli primi otto mesi del 2009 la raccolta è stata di oltre 116mila tonnellate, contro le 65mila del 2008. La prospettiva dell’uno contro uno potrebbe far fare un ulteriore balzo in avanti; basta pensare che in Francia, dove questo sistema è già in funzione, la raccolta nei negozi rappresenta il 30% del totale. Ma è proprio sul decreto ministeriale che introdurrà la gestione dei raee ritirati dalla distribuzione commerciale che c’è grande attesa. Servono le semplificazioni. Ha ricordato infatti Pipere: «Per vendere una lavatrice, un frigorifero o una lavapiatti è obbligatorio farsi carico del prodotto dismesso, ma per gestirlo il commerciante deve essere dotato di autorizzazioni al trasporto e allo stoccaggio di rifiuti, emettere uno specifico formulario di trasporto, tenere un registro e compilare ogni anno una dichiarazione ambientale. Non solo difficile, ma in alcuni casi impossibile».
Sulla raccolta delle pile e degli accumulatori esausti, dove sono già stati previsti, per le pile portatili, dei paletti da raggiungere (il 25% dell’immesso entro il 2012), il decreto entrato in vigore il 26 settembre scorso, non è ancora operativo. «Nel decreto 188/2008 sui rifiuti di pile e accumulatori -ha continuato Pipere- si è affrontato con decisione il problema dell’impossibilità di rilasciare ai commercianti l’autorizzazione ad esercitare l’attività di “messa in riserva” o di “deposito preliminare” di rifiuti. Non si sono previste però, anche in questo caso, quelle semplificazioni degli adempimenti legati al trasporto e alla detenzione di rifiuti pericolosi, indispensabili per conseguire gli obiettivi di raccolta differenziata, recupero e smaltimento sicuro previsti dalle Direttive europee».
Ha concluso Giancarlo Dezio, direttore generale di Ecolight: «Il cammino in crescita, sintomo dell’attenzione e della professionalità che è stata acquisita, deve andare di pari passo con una normativa in grado di far raggiungere i livelli stabiliti dalla legge. Entro la fine dell’anno la raccolta pro capite di raee dovrebbe assestarsi intorno ai 3 kg per abitante, ancora lontano dai 4 kg fissati dal decreto 151/05. E sulle pile e gli accumulatori la partita è tutta da giocare: parliamo di circa 230mila tonnellate di cui l’incidenza delle pile portatili è pari a 30mila tonnellate, in prevalenza batterie di piccole dimensioni, che dovranno essere inserite in un percorso virtuoso di raccolta e recupero».