Il 35% dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche in Europa è smaltito in maniera corretta. Due RAEE su tre quindi vengono gestiti attraverso canali illegali e senza alcun controllo, causando così un devastante impatto ambientale, economico e sociale. A questa conclusione arriva la ricerca durata due anni – da settembre 2013 ad agosto 2015 – finanziata dalla Comunità europea e realizzata da Interpol, United nations university (Unu), gli istituti United nations interregional crime and justice research e Compliance & Risks, il Weee Forum, l’associazione Cross-Border Research e la società Zanasi & Partners e pubblicata con il titolo “Countering Weee Illegal Trade (CWIT)“.
Secondo quanto rilevato, la produzione di RAEE in Europa ha toccato quota 9,5 milioni di tonnellate nel 2012, confermando come i rifiuti elettronici siano la tipologia di rifiuti con il più alto tasso di crescita in tutto il mondo. Di tutti questi, solamente uno su tre è stato raccolto dai sistemi ufficiali di riciclo. Il resto, circa 6,2 milioni di tonnellate, è stato o esportato – infatti delle 1,3 milioni di tonnellate di rifiuti uscite dall’UE senza documenti regolari, 400mila tonnellate (il 30%) era costituto da RAEE – o gettato tra i rifiuti indifferenziati oppure riciclato in modo sbagliato.
È da questi numeri che il consorzio Ecolight rinnova il proprio impegno per un corretto trattamento dei rifiuti elettronici in favore dell’ambiente. La recente normativa rappresenta un punto di partenza per ricordare i passi che ancora devono essere fatti al fine non solamente di rendere pienamente operative quanto previsto, ma anche incentivare i controlli e le campagne informative per un corretto conferimento e trattamento dei RAEE.