Aumenta la raccolta dei rifiuti elettronici in Italia, ma si allontana il target europeo. Sono stati diffusi i dati contenuti nel Rapporto Gestione RAEE 2020, documento che riassume i risultati delle dichiarazioni annuali fatte dagli impianti iscritti all’elenco obbligatorio gestito dal Centro di Coordinamento RAEE in base all’art. 34 del decreto legislativo 49/2014. E sono numeri che indicano un sistema in continua crescita in Italia: sono infatti aumentati i quantitativi gestiti (quasi 480 mila tonnellate, il 3,2% in più rispetto al 2019) e sono aumentati anche gli impianti che hanno effettuato la dichiarazione annuale al CdC RAEE (1.050, ben 74 in più rispetto all’anno precedente). Nello specifico, nel corso del 2020 gli impianti hanno dichiarato di avere gestito complessivamente 478.817 tonnellate di RAEE; poco più del 77% dei volumi complessivi è riconducibile ai RAEE domestici, un’incidenza maggiore rispetto al 2019 in forza di un incremento del 4,45%, mentre il 22,82% si riferisce ai RAEE professionali, il cui peso al contrario registra un leggero calo (-0,79%).
Questi dati permettono anche di valutare a che punto è la raccolta dei rifiuti elettrici dell’Italia rispetto agli obiettivi imposti dalla Direttiva europea sui RAEE 2012/19/UE a salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente e della salute umana. Il target del 65%, valido a partire dal 2019 e calcolato come il rapporto tra i RAEE raccolti nell’anno di riferimento e la media delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE) immesse sul mercato nel triennio precedente, non è stato raggiunto. Anzi, attestandosi intorno al 36,8%, non solamente sancisce quasi 30 punti percentuali di distanza rispetto al target, ma anche segnala un tasso di ritorno in calo per il secondo anno consecutivo. Secondo il Centro di Coordinamento RAEE, all’origine di questo decremento vi sono due fattori: da una parte un aumento dell’immesso di AEE nel triennio considerato (2017-2019) con una media di 1.301.302 tonnellate (+10,9% rispetto al triennio precedente), dall’altra il calo dei volumi dei rifiuti provenienti dal professionale, dato su cui probabilmente ha inciso l’emergenza sanitaria che ha visto molte aziende a ridurre l’attività fino ad arrivare a interromperla nei mesi del lockdown.
Questi dati confermano non solamente l’esistenza di un sistema di gestione dei RAEE non autorizzato. Il fenomeno dell’esportazione illegale rappresenta un problema reale e importante che richiede controlli ancora più rigorosi; ma anche la necessità che tutte le aziende si affidino a soggetti autorizzati nella gestione dei loro RAEE. Il consorzio Ecolight ed Ecolight Servizi sono in prima linea nel garantire una corretta gestione dei rifiuti elettronici, nel rispetto dell’ambiente e delle norme.