Con i termini “pila” e “accumulatore” il D.Lgs 188 del 20 novembre 2008 indica una fonte di energia elettrica ottenuta mediante trasformazione diretta di energia chimica, costituita da uno o più elementi primari (non ricaricabili) o costituita da uno o più elementi secondari (ricaricabili). L’intero comparto delle pile e degli accumulatori viene suddiviso in tre tipologie:
Per ciascuna di queste categorie viene prevista la raccolta separata con processi di trattamento, riciclaggio, recupero e smaltimento per evitare che le sostanze inquinanti di cui sono composte le pile e gli accumulatori possano andare dispersi nell’ambiente, danneggiandolo e danneggiando anche la salute.
Il D.Lgs 188 “Attuazione della normativa 2006/66/CE concernente pile, accumulatori e relativi rifiuti e che abroga la direttiva 91/157/CEE” indica gli obiettivi di raccolta per quanto riguarda le pile e gli accumulatori portatili: dal 26 settembre 2012 il 25% del quantitativo immesso sul mercato; dal 26 settembre 2016 il 45% del quantitativo immesso sul mercato. Da sottolineare che questi obiettivi devono essere conseguiti anche su base regionale.