Compie 50 anni la posta elettronica. Risale infatti al 1971 l’invio della prima e-mail da un computer a un altro. Fu il programmatore americano Ray Tomlinson, sfruttando il servizio Arpanet Sendmsg e il programma di trasferimento file a cui stava lavorando, a riuscire a inviare un messaggio di posta verso un altro computer, separando l’identificativo del mittente e l’indirizzo di destinazione con un simbolo passato alla storia: @. La classica chiocciolina che mezzo secolo fa identificava una semplice funzionalità informatica, utile allo scambio di messaggi tra ricercatori e studiosi di informatica, è diventata in pochi anni una delle modalità più utilizzate per la comunicazione (anche tra semplici utenti di rete, fino all’arrivo della messaggistica istantanea). Se con il tempo ha permesso il risparmio di grandi quantità di carta, l’arrivo della posta elettronica ha però portato a un incremento esponenziale del consumo di dispositivi. Computer, laptop, fino ad arrivare ai tablet e smartphone hanno fatto il loro ingresso nella vita quotidiana praticamente di tutti, diventando non un accessorio, ma un bene indispensabile. Un’evoluzione tecnologica che ha portato tanti benefici, ma anche aspetti cui è necessario prestare sempre più attenzione come la produzione dei rifiuti elettronici. Di fatto, in Italia il numero degli smartphone risulta essere superiore a quello degli abitanti: circa 80 milioni di device mobili per 60 milioni di persone. Un dato che dice molto delle abitudini della popolazione, ma che necessariamente porta a guardare a quando questi dispositivi cesseranno di funzionare diventando rifiuti, ovvero RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche).
Il consorzio Ecolight, per quanto riguarda i RAEE domestici, ed Ecolight Servizi per i rifiuti di origine professionale sono in prima linea nel sensibilizzare la popolazione e le aziende sull’importanza di conferire correttamente computer, stampanti e smartphone non più funzionanti. Si tratta di rifiuti che necessariamente devono essere raccolti in modalità differenziata non solamente per evitare che possano inquinare l’ambiente, ma soprattutto perché le materie di cui sono composti possano essere recuperate all’interno di un percorso circolare. L’impegno per l’ambiente passa attraverso da ogni singolo gesto quotidiano: dove buttare il proprio telefonino rotto, ma anche a chi affidare il computer vecchio.