Il riciclo mette l’Italia ai vertici dell’Europa: terza per il recupero degli imballaggi, dietro Germania e Spagna, e capace di re-immettere nei cicli produttivi 12 milioni di tonnellate di materie prime seconde. È stato presentato nei giorni scorsi lo studio annuale “L’Italia del Riciclo”, rapporto giunto alla decima edizione, promosso e realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e da FISE Unicircular (Unione Imprese Economia Circolare).
Negli ultimi 10 anni in Italia i rifiuti totali prodotti sono passati da 155 a 164 milioni di tonnellate (+6%), ma il riciclo è aumentato ad un ritmo superiore, passando da 76 a 108 milioni di tonnellate (+42%). All’interno di un quadro complessivo di crescita, spicca il risultato registrato per i rifiuti di imballaggio: il riciclo è cresciuto del 27%, da 6,7 a 8,5 milioni di tonnellate, con un tasso rispetto all’immesso al consumo che è arrivato al 67%, in linea col dato europeo e con i nuovi obiettivi del 65% al 2025 e del 70% al 2030. Le singole filiere dei rifiuti di imballaggio (carta, vetro, plastica, legno, alluminio e acciaio) in diversi casi hanno già superato gli obiettivi previsti per il 2025 e in alcuni anche quelli per il 2030.
La raccolta degli oli minerali usati è ormai vicina al 100%, mentre la frazione organica è raddoppiata: dai 3,3 milioni di tonnellate del 2008 agli oltre 6,6 del 2017. Per quanto riguarda gli pneumatici fuori uso, la raccolta ha raggiunto l’obiettivo nazionale e in 10 anni il recupero di materia è passato dal 43% al 58%.
Qualche ritardo è stato riscontrato nella raccolta dei RAEE, arrivata al 42% contro obiettivo che proprio nel 2019 è salito al 65%, e delle pile.
A fronte di quantitativi di rifiuti pressoché stabili negli ultimi dieci anni in Italia, il rapporto rileva una sempre maggiore mole di rifiuti veicolati verso le operazioni di recupero e quantità in calo avviate a smaltimento. Nel 2017 (ultimi dati disponibili) le circa 1.200 imprese dell’industria del riciclo hanno trattato 18 milioni di tonnellate di rifiuti di carta, vetro, plastica, legno, gomma e organico (+15% nei confronti del 2014, anno della precedente rilevazione). In linea con l’aumento dell’avvio a recupero, si è registrata una maggiore produzione dei materiali secondari provenienti dal riciclo di questi rifiuti, con 12 milioni di tonnellate di materie prime seconde per l’industria nazionale.