Meno discariche più impianti. È questo il messaggio emerso dalla due giorni dell’EcoForum organizzato a Roma da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club,con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e della Regione Lazio. Tra le priorità messe al centro ci sono la realizzazione in ogni regione degli impianti necessari per il recupero di materia e il riuso dei rifiuti; la velocizzazione dell’iter di approvazione dei decreti End of Waste per semplificare il riciclo; l’obbligatorietà per tutti i Comuni del sistema di tariffazione puntuale; l’introduzione di una nuova ecotassa in discarica prevedendo un costo più; la costruzione di un mercato dei prodotti riciclati; l’approvazione dei decreti attuativi della legge 132/2016 sul Sistema nazionale protezione dell’ambiente per potenziare i controlli pubblici.
La voce più critica, emersa dal dossier “Rifiuti zero, impianti mille” che è stato presentato nell’ambito dell’EcoForum, è quella relativa ad costo dell’ecotassa, il tributo speciale richiesto dalle Regioni ai Comuni per il conferimento in discarica. Ancora oggi, infatti – secondo il dossier – non si è riusciti a modificare la normativa nazionale per trasformare l’attuale tetto massimo di circa 25 euro a tonnellata stabilito per legge nel 1995 in una soglia minima, prevedendo in tutte le Regioni una modulazione in base al secco residuo che si avvia a smaltimento. In 9 Regioni l’ecotassa viene modulata in base alla percentuale di raccolta differenziata, mentre solo 2 amministrazioni regionali prevedono una modulazione sui quantitativi pro capite di secco residuo da avviare a smaltimento.
Se l’obiettivo è ridurre sempre di più il rifiuto indifferenziato avviato a smaltimento, rispetto al 2013 il quadro è leggermente migliorato. I passi in avanti più significativi sono avvenuti in Lombardia e in Puglia, dove si iniziano a vedere i sistemi di premialità/penalità necessari per dare un nuovo impulso alla gestione dei rifiuti. In molte Regioni è stata applicata una modulazione a rialzo del costo per il conferimento in discarica dei rifiuti: se nel 2013 mediamente si pagava circa 90 euro/tonnellata, oggi in base ai dati forniti dagli uffici regionali competenti la cifra è salita a circa 110 euro/tonnellata. Il dato medio, tuttavia, non rispecchia la variabilità delle peculiarità territoriali: Liguria, Piemonte, Sardegna, Veneto e Provincia autonoma di Trento partono da una cifra superiore ai 100 euro, mentre in Campania, ad esempio, la tariffa è una delle più basse, pari a 59,50 euro/ton.
Resta ancora una forte disparità in Italia nei numeri tra impianti di smaltimento e riciclo: secondo Ispra sul territorio nazionale erano 383 le discariche per rifiuti speciali e urbani attive al 2017, mentre il numero di impianti della filiera del riciclo è di circa 1.700 unità tra piattaforme di stoccaggio, impianti di selezione e riciclo. Il rapporto 4 a 1 tra il numero degli impianti della filiera del riciclo e quello delle discariche operative in Italia è assolutamente inadeguato di fronte alla sfida futura per l’economia circolare del nostro Paese.