Meno rifiuti prodotti, obiettivi di differenziazione raggiunti, aumento di produzione energetica – sia dagli inceneritori sia digestori anaerobici – ma maggiore export dei rifiuti, maggiore conferimento in discarica con ancora troppo basso il tasso di riciclo. È un quadro a chiaroscuro quello che viene delineato dall’ultimo rapporto condotto da Assoambiente sui dati forniti da ISPRA sulla gestione dei rifiuti urbani nel 2022 in Italia.
I valori positivi arrivano dalla produzione di rifiuti urbani che è diminuita dell’1,8% (29,1 milioni di tonnellate contro le 29,6 del 2021) in un anno di espansione economica con il Pil a +3,7% e i consumi finali delle famiglie a +6,1%. La raccolta differenziata è aumentata in percentuale (dal 64 al 65,2%), ma si è ridotta in quantità assoluta (da 18,953 milioni di tonnellate a 18,930) con una contrazione soprattutto della frazione organica. L’Italia ha superato finalmente, con 10 anni di ritardo, l’obiettivo di raccolta differenziata del 65% prevista dalla legge al 2012. Permangono, anche se si sono assottigliate le differenze di raccolta a livello geografico: mentre le regioni del Nord si stanno stabilizzando intorno al 75%, quelle più arretrate hanno ormai tutte superato il tasso del 50%. Per quanto sia aumentata la raccolta, l’Italia non supera ancora l’obiettivo del 50% di riciclo effettivo previsto dalla direttiva Europea al 2020, fermandosi al 49,2 %. La qualità dei materiali raccolti in forma differenziata quindi è peggiorata nel tempo e sono aumentati gli scarti del riciclo, passati da 4,6 milioni di tonnellate a 4,8.
I dati ISPRA evidenziano una leggera riduzione del recupero energetico, 100 mila tonnellate in meno. Il sistema degli impianti waste to energy italiano genera 4,5 MWh elettrici (in aumento sul 2021), cui si affiancano 2,3 MWh termici (in riduzione sul 2021). A questi valori vanno aggiunti circa 0,4 milioni di MWh elettrici e 0,2 termici, provenienti dai digestori anaerobici. Il ricorso alla discarica come sistema di smaltimento è diminuito, ma di poco, passando da 5,6 milioni tonnellate a 5,2 (dal 19% al 17,8%). L’uso della discarica si è dimezzato dal 2013 al 2022, ma è ancora lontano dall’obiettivo del 10% al 2035. In particolare, preoccupa il dato di aumento dell’uso della discarica di alcune Regioni rispetto al 2021. La riduzione nell’uso di inceneritori e discariche ha alimentato però l’aumento dell’export fuori Italia (+30%, da 550 a 830 mila tonnellate). Ancora consistente è anche il flusso di export infraregionale, tra cui i rifiuti avviati a discarica in impianti fuori dalla regione di origine che sono stati pari a 492 mila tonnellate.