Il crollo dei valori delle materie prime rischia di mettere a dura prova l’intero sistema RAEE. Raccolta e recupero dei rifiuti elettronici si basano infatti sul valore economico che le materie prime seconde hanno alla fine di tutti i processi di trattamento. L’allarme è stato dato da Gabriele Canè presidente di AssoRaee, Associazione recupero rifiuti apparecchiature elettriche ed elettroniche di Fise Unire/Confindustria, nel corso del Forum Raee che si è svolto ad Ecomondo. «Il valore delle materie prime (ferro, plastica e alluminio) da aprile ad oggi ha subito un tracollo di circa il 30%-35% e la stessa riduzione hanno registrato anche i ricavi generati dal settore. Nel mese di settembre si sono verificate le contrazioni più significative, -220 €/tonnellata per l’alluminio, -56 €/tonnellata per il ferro, -59 € per la plastica. Esiste, inoltre, la possibilità concreta che il mercato di alcuni materiali, come la plastica, si chiuda completamente, con il risultato di far passare il riciclo da quella che prima era una voce di ricavo, più o meno consistente, a un elemento di puro costo», ha dichiarato AssoRaee. Nel 2014 in Italia sono state raccolte 231.717 tonnellate di RAEE, in leggero aumento rispetto al 2013, ma ancora in calo rispetto al 2011 (260.081 ton) e al 2012 (237.966 ton). Attualmente il nostro Paese raggiunge i 3,8 kg per abitante l’anno, molto al di sotto dell’obiettivo europeo (circa 7,5 kg/ab) che scatterà a partire dal prossimo gennaio. Le prospettive di crescita sono «fortemente legate – ha continuato AssoRaee – all’ampliamento della raccolta effettuata dalla distribuzione secondo il sistema dell’Uno contro Zero».
Le criticità del sistema oggi si concentrano quindi sull’elemento finale della filiera di gestione del rifiuto: i comuni e gli operatori della distribuzione effettuano la raccolta, i rifiuti vengono poi presi in gestione dai sistemi collettivi costituti dai produttori che li affidano agli impianti di trattamento per lo smaltimento o il loro riciclo. L’appello è stato lanciato nei confronti delle istituzioni affinché siano prese «misure rapide e concrete per non vedere collassare un sistema che è stato preso a modello da diversi Paesi europei».