Dopo un 2012 in calo e un 2013 in stallo quest’anno la raccolta dei RAEE in Italia torna a crescere con un tasso medio del 2%. Lo ha comunicato il Centro di Coordinamento RAEE nell’ambito del Forum RAEE organizzato all’interno della fiera Ecomondo a Rimini.
Come già rilevato da Ecolight, i dati sui primi 10 mesi del 2014 tracciano un’inversione di tendenza che vede le lampadine a basso consumo – appartenenti al raggruppamento R5 – e le piccole apparecchiature elettroniche come telefonini, computer, frullatori o aspirapolveri (raggruppamento R4) fare il balzo in avanti più marcato con rispettivamente un +9% e un + 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Cresce del 2% anche la raccolta delle apparecchiature refrigeranti (R1) come frigoriferi e condizionatori. Stazionari invece i grandi elettrodomestici (R2 – lavatrici, forni elettrici, lavastoviglie) che registrano numeri simili a quelli dello scorso anno. L’unico raggruppamento in calo (-2%) è quello di TV e Monitor (R3) che, dopo aver registrato crescite a 2 cifre nel periodo dello switch-off al digitale terrestre, ormai risente di una naturale flessione nel ricambio di questi dispositivi.
Secondo quanto rilevato dal CdC RAEE, la raccolta complessiva dei RAEE torna a crescere mentre i consumi di apparecchiature nuove sono sostanzialmente fermi o in calo. Trattandosi per lo più di acquisti di sostituzione (si getta via un prodotto vecchio all’acquisto di uno nuovo) la crescita della raccolta dimostra una maggiore efficienza del sistema di gestione che fa capo al CdC RAEE e la capacità di intercettare nuovi flussi di rifiuti.
Il CdC RAEE ha inoltre sviluppato delle stime per valutare l’andamento della raccolta in rapporto all’immesso al consumo di apparecchiature nuove, che rappresenta il metodo per verificare il raggiungimento degli obiettivi europei in base alla nuova Direttiva sui RAEE. Se oggi la raccolta rappresenta il 30% delle apparecchiature nuove acquistate annualmente, in futuro questo rapporto andrà migliorando arrivando al 37% nel 2016 e al 45% nel 2017, con un anno di ritardo rispetto a quanto richiesto da Bruxelles.