Sono almeno mille le tonnellate di pannelli solari in attesa di essere smaltiti. Ovvero, circa 50mila moduli fotovoltaici che, smontati dai tetti o addirittura mai montati perché guasti o rotti, sono stati messi in fondo ai magazzini. È quanto emerge all’indomani di Ecomondo dove Ecolight, consorzio che si occupa della gestione di RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), pile e accumulatori, ha presentato il sistema integrato per la raccolta e il recupero dei pannelli solari. «Dai contatti che abbiamo avuto sono emersi numeri elevati. E probabilmente sono numeri in difetto rispetto alla realtà», ricorda il direttore generale di Ecolight, Giancarlo Dezio. «Ci troviamo davanti ad una montagna di rifiuti per i quali non esiste ancora una normativa precisa». Il decreto del 5 maggio 2011, riferito al quarto conto energia, ha sancito l’obbligo per i soggetti responsabili di dotarsi di un canale corretto di smaltimento per tutti gli impianti che entreranno in funzione dal prossimo 30 giugno, pena la non concessione dei contributi di incentivo. «I soggetti responsabili, ovvero i produttori e gli importatori, sono chiamati ad aderire ad un consorzio che garantisca il riciclo dei moduli fotovoltaici al termine della loro vita», spiega Dezio. «Viene introdotto il principio secondo il quale chi inquina paga. Per ottemperare questo principio, il finanziamento e l’organizzazione della raccolta e del trattamento sono posti in capo ai produttori».
Ad oggi, sono oltre 54 milioni i pannelli solari in esercizio in Italia e, nonostante ciò, l’unico impianto di riciclaggio si trova in Germania. «Il fotovoltaico ha registrato una grande diffusione fin dalle prime installazioni avvenute negli anni Novanta. Inoltre, grazie ai quattro conti energia, che hanno previsto specifici incentivi per chi decide di produrre energia pulita, la diffusione del solare continua la sua crescita esponenziale», osserva il direttore generale di Ecolight. «Anche se la durata di un pannello fotovoltaico viene stimata intorno ai 20-25 anni, esistono già oggi molti moduli che rotti o non più funzionanti devono essere smaltiti in modo corretto». Ecolight ha studiato un apposito servizio tutto made in Italy per rispondere alle esigenze di recupero e smaltimento. «In collaborazione con aziende nostre partner che operano già nel settore della raccolta e del trattamento di rifiuti elettronici, abbiamo definito un sistema integrato di gestione di questi rifiuti garantendo il ritiro dei pannelli rotti o non più funzionanti su tutto il territorio nazionale e il loro corretto trattamento con il recupero delle materie prime seconde e lo smaltimento delle sostanze non riutilizzabili», spiega Dezio.
Una volta giunto a fine vita, un normale pannello solare può ancora dare molto all’ambiente. Conclude Dezio: «La maggior parte dei moduli fotovoltaici è quasi interamente recuperabile. Se opportunamente trattati, infatti, è possibile ottenere silicio, vetro, alluminio e plastica: tutte materie prime seconde, che possono essere reimmesse nei cicli produttivi facendo risparmiare energia e contribuendo a salvaguardare l’ambiente. Alcuni pannelli, inoltre, contengono tellururo di cadmio (CdTe), una sostanza particolarmente inquinante che deve essere smaltita in modo corretto».