Il nodo end of waste è stato sciolto, ma non del tutto risolto. Con l’approvazione del Senato dovrebbe sbloccarsi la situazione di stallo che da oltre un anno interessava le attività di riciclo e di recupero dei rifiuti. La strada indicata è quella di consentire l’operatività delle autorizzazioni regionali caso per caso, sulla base dei nuovi criteri europei. Il rischio ora riguarda la parte dei controlli.
Il consorzio Ecolight si unisce al Centro di Coordinamento RAEE e alle 49 organizzazioni che lo scorso 25 luglio hanno firmato l’appello al Governo e al Parlamento per sbloccare le attività di riciclo e recupero dei rifiuti (end of waste) nell’esprimere apprezzamento per l’emendamento approvato in Commissione al Senato, contenuto nella legge di conversione del Dl “Crisi aziendali”, che a aperto all’operatività delle autorizzazioni regionali caso per caso sulla base dei nuovi criteri europei e che fa salve le autorizzazioni esistenti.
Il testo stabilisce che, in assenza di criteri specifici dello Stato italiano, le autorizzazioni per lo svolgimento delle operazioni di recupero siano rilasciate o rinnovate “nel rispetto” delle condizioni indicate all’articolo 6 della direttiva 2008/98/CE (cessazione della qualifica di rifiuto) e “sulla base” di criteri dettagliati (riguardanti i rifiuti in entrata, i processi e i materiali in uscita) definiti dagli stessi procedimenti autorizzativi.
Il meccanismo di controllo, affidato all’Ispra e al Ministero dell’Ambiente, è a campione e riguarda la conformità delle modalità operative e gestionali degli impianti di riciclo – numerosi e in genere di piccole e medie dimensioni – autorizzati dalle Regioni. Si tratta però di un meccanismo che lo stesso CdC RAEE, insieme con le 49 organizzazioni firmatarie del primo appello, ha definito in una nota “di difficile attuazione e di scarsa efficacia”, che rischia “di generare incertezza sull’efficacia dell’autorizzazione rilasciate e di aggiunge complicazioni alle attività di riciclo”. Infatti, secondo quanto affermato da Fise Assoambiente e Utilitalia, “dimentica ogni obiettivo di efficienza e semplificazione, getta un’alea di incertezza dell’atto amministrativo (ignorando le competenze già esistenti sul territorio) ed inoltre, dal momento in cui viene avviato il controllo, l’impresa deve attendere per l’esito finale anche 325 giorni ed oltre”.
Ecolight auspica che su questo tema vi possa essere una più attenta valutazione.