Meno di un RAEE su cinque viene riciclato in via ufficiale. È l’allarme lanciato dallo studio “A New Circular Vision for Electronics. Time for a Global Reboot” presentato da PACE – Platform for Accelerating the Circular Economy e da sette enti delle Nazioni Unite raccolti nella E-waste Coalition, in occasione dell’ultimo World Economic Forum di Davos. Dei 44,7 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici che vengono prodotti (stima relativa al 2016), solamente il 20% segue corretti percorsi di recupero e riciclo. Il resto finisce nei canali paralleli, spesso esportato illegalmente nei Paesi più poveri, abbandonato da qualche parte oppure conferito insieme ad altre tipologie di rifiuto e non più recuperato. Il quadro diventa ancora più preoccupante se inserito nelle previsioni future: se per il 2018 è stata stimata una produzione di 48,5 milioni di tonnellate, nel 2021 i quantitativi salgono a 52 milioni per arrivare a 120 milioni nel 2050. La maggior parte dei RAEE è rappresentata dai piccoli elettrodomestici e dall’elettronica di consumo che rappresenterebbero il 46% di tutti i rifiuti elettronici prodotti. Lavatrici e lavastoviglie sarebbero il 20%, mentre i frigoriferi il 17%. Varrebbero solamente l’1% le lampadine a basso consumo e i neon.
Per uscire da una situazione che rischia presto di non essere più sostenibile, il documento chiede una collaborazione sistematica con grandi marchi, piccole e medie imprese (PMI), università, sindacati, società civile e associazioni in un processo deliberativo per ri-orientare il sistema e ridurre lo spreco di risorse. L’obiettivo da raggiungere è quello delineato dall’economia circolare. «I rifiuti elettronici rappresentano una sfida globale in crescita e una seria minaccia per l’ambiente e la salute umana in tutto il mondo», ha affermato Stephan Sicars, direttore del Dipartimento dell’Ambiente presso l’Organizzazione per lo sviluppo industriale delle Nazioni Unite (UNIDO). «Per minimizzare questa minaccia, UNIDO collabora con varie agenzie delle Nazioni Unite e altri partner su una serie di progetti dedicati, tutti basati su un approccio di economia circolare».