Una riduzione dell’1,7%. Nel 2017 l’Italia ha prodotto meno rifiuti rispetto all’anno precedente. Una buona notizia, dopo l’aumento riscontrato tra il 2015 e il 2016, sul quale però aveva anche influito il cambiamento della metodologia di calcolo (inclusione nella quota degli RU dei rifiuti inerti derivanti da piccoli interventi di manutenzione delle abitazioni). Guardando al quinquennio 2017 – 2013 emerge una sostanziale stabilità della produzione (+0,08%) con valori quasi sempre inferiori ai 30 milioni di tonnellate.
La nuova edizione del Rapporto sui rifiuti urbani dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ha registrato nel 2017 un calo della produzione di rifiuti in tutte le macroaree geografiche: -2,2% nel Sud, -2% nel Centro e -1,4% nel Nord. La maggiore contrazione è stata riscontrata in Umbria (-4,2%), seguita da Molise (-3,1%), Basilicata (-2,8%) e Toscana (-2,7%). Sono invece tutte in Emilia Romagna le province dove si producono più rifiuti urbani per abitante: in testa Rimini con 727 chilogrammi, un dato comunque in calo rispetto ai 740 kg del 2016; seguono Ravenna (721), Forlì-Cesena (710) e Reggio Emilia (708). Va specificato che i dati dell’Emilia Romagna, così come quelli del centro Italia, risentono di regolamenti comunali in base ai quali vengono assimilati ai rifiuti urbani anche tipologie similari di rifiuti speciali derivanti da attività commerciali, aziende artigianali e di servizio.
In questo quadro, la differenziazione dei rifiuti fa segnare un importante 55,5%, con però delle significative diversità nelle aree geografiche: i valori più alti sono al Nord (66,2%), quelli più bassi al Sud (41,9%), mentre il Centro Italia si colloca poco al di sotto della media nazionale (51,8%). Guardando alle diverse situazioni territoriali, sono 13 le regioni che raccolgono in maniera differenziata oltre la metà dei rifiuti urbani annualmente prodotti: è sempre il Veneto la regione con la più alta percentuale di raccolta differenziata pari al 73,6%, seguita da Trentino Alto Adige con il 72%, Lombardia con il 69,6% e Friuli Venezia Giulia con il 65,5%.
Ancora al di sotto degli obiettivi europei i tassi di recupero e riciclaggio: 43,9%, considerando tutte le frazioni contenute nei rifiuti urbani, e 49,4%, effettuando il calcolo per le specifiche frazioni: organico, carta e cartone, vetro, metallo, plastica e legno. L’UE ha fissato la soglia minima del 50% dal 2020; target che nel 2030 sale al 60%.