Lo smaltimento dei rifiuti elettrici ed elettronici è una questione ambientale aperta e di grande importanza, ma ancora la sensibilità dei cittadini sull’argomento è piuttosto scarsa: meno di un quinto dimostra di conoscere effettivamente che cosa si intenda per RAEE, i Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche e molti sbagliano a smaltire gli apparecchi (soprattutto gli smartphone), anche se hanno consapevolezza della loro pericolosità (livello 8 in una scala da 1 a 10).
È quanto emerge dall’indagine condotta dall’Istituto Demopolis per Anci Toscana, nell’ambito del progetto europeo Life WEEE che Anci Toscana porta avanti con Camera di Commercio di Firenze, Regione Toscana, Università degli Studi di Firenze, EcoCerved e Camera di Commercio di Siviglia. Obiettivo: sensibilizzare cittadini e aziende su smaltimento e valorizzazione dei RAEE.
La ricerca, che è stata presentata nei giorni scorsi a Firenze, ha verificato le modalità di dismissione da parte delle famiglie toscane negli ultimi 5 anni per differenti tipologie di apparecchi. Per l’eliminazione dei grandi elettrodomestici, l’uso del canale istituzionale (attraverso i Comune e le isole ecologiche) è il comportamento maggiormente registrato. Mentre per eliminare telefoni e smartphone, solo 4 intervistati su 10 dichiarano un ricorso ai centri di raccolta; il 29% si tiene in casa gli apparecchi e 15% li elimina con plastica, metalli o nell’indifferenziato. Non è dunque un caso se il 76% vorrebbe essere maggiormente informato sulle modalità di smaltimento dei RAEE, un dato confermato anche dal fatto che solamente il 56% degli intervistati conosce l’Uno contro Uno, ovvero l’obbligo dei venditori di prodotti elettrici ed elettronici di ritirare gratis le apparecchiature non più usate, a fronte dell’acquisto di un nuovo prodotto equivalente.