Un’importante opportunità di lavoro e di reinserimento sociale per i detenuti, un’occasione concreta di tutela dell’ ambiente. Si rafforza, dopo una prima fase sperimentale, a Bologna e Ferrara, e parte anche a Forlì, il progetto “Raee in carcere” che promuove la creazione di veri e propri laboratori – sia all’interno sia all’esterno degli istituti penitenziari – per il trattamento delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (in sigla appunto RAEE) per favorirne il recupero e il riciclo prima del loro invio agli impianti di trattamento finale.
Avviato tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008 in fase sperimentale all’interno dell’iniziativa comunitaria Equal “Pegaso” (finanziata dalla Regione Emilia-Romagna con il Fondo Sociale Europeo), il progetto è stato rimodulato nel corso del 2008 a seguito di importanti cambiamenti normativi: per questo i laboratori oggi nelle carceri crescono grazie a nuovi partner e, a Forlì, l’attività può prendere definitivamente il via all’esterno dell’istituto di pena.
Ampia la rete degli Enti che hanno voluto e promosso il progetto: oltre alla stessa Regione Emilia Romagna (Assessorati all’ambiente, alla formazione professionale e alle politiche sociali), il Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria di Bologna, il Gruppo Hera S.p.A., le Provincie di Forlì-Cesena, Bologna e Ferrara, i Consorzi RAEE Ecolight (con il Centro Servizi RAEE Srl) ed Ecodom (con l’Associazione S.A.R.A. e Dismeco Sas), le agenzie di formazione professionale Techne Forlì Cesena, Cefal Bologna, Enaip Ferrara; ai quali si affiancano molti altri attori locali a sostegno di ogni singola attività laboratoriale. La rete ha così deciso di istituzionalizzare l’impegno attraverso la creazione di una “Cabina regionale di Monitoraggio” che promuove tra l’altro la visibilità e la valorizzazione sociale dei risultati raggiunti.
Cosa prevede il progetto
I lavoratori detenuti sono occupati in laboratori (all’interno – per Bologna e Ferrara – e all’esterno – per Forlì – delle carceri) opportunamente allestiti e attrezzati per lo smontaggio dei RAEE raccolti in maniera differenziata e provenienti dalle stazioni ecologiche del Gruppo Hera. Una volta trattate, le diverse componenti dei rifiuti vengono inviate agli impianti di trattamento finale per essere recuperati in valore percentuale pari a circa l’85%. Tale attività impegna i lavoratori detenuti coinvolti per 30 ore medie alla settimana, con un’adeguata retribuzione e il concorso della contrattazione sindacale. I laboratori consentono di dare lavoro continuativo complessivamente a circa 10 detenuti opportunamente formati, per poi arrivare a 15 e oltre. La quantità di rifiuti elettronici ed elettrici che viene trattata ogni anno, attraverso operazioni di bonifica e smontaggio, ammonta a circa 1000 tonnellate comprensive di “grandi elettrodomestici ferrosi” (circa 13000 lavatrici e lavastoviglie) e di piccoli elettrodomestici di uso quotidiano (ad es. computer, stampanti, ventilatori, phon, sveglie, aspirapolvere, giocattoli elettrici, etc.) Si stima che l’operazione contribuisca al risparmio di 2milioni Kwh di energia elettrica, a riciclare più di 660mila kg di ferro, 10mila kg di rame, 5mila kg di alluminio, 25mila kg di plastica.
L’iniziativa ha infatti un duplice scopo: favorire il riutilizzo di tali rifiuti e dunque la riduzione dell’impatto ambientale; creare una solida opportunità di lavoro per le persone detenute, in modo da favorirne il successivo reinserimento nella vita sociale e nella legalità, una volta scontata la pena.
La gestione dell’attività produttiva e il rapporto con le persone detenute vengono condotti dalle cooperative sociali IT2 a Bologna, Gulliver a Forlì, AmbientAzione a Ferrara, grazie al contributo progettuale e ai finanziamenti del Gruppo Hera e dei Consorzi RAEE Ecodom ed Ecolight. Non si tratta quindi di un semplice sostegno: l’attività produttiva dei carcerati è infatti inserita in un processo a carattere industriale, nell’ottica di una collaborazione attiva tra istituzioni, sistema penitenziario, sistema economico produttivo e sistema non profit, così da includere i detenuti in una efficiente attività imprenditoriale.
Rifiuti elettrici: le novità della legge
Il decreto legislativo n. 151 del 2005, recependo le direttive UE, prevede nel 2008 l’obbligo di separare, raccogliere e conferire i RAEE in maniera differenziata, raggiungendo gli obiettivi quantitativi minimi di 4 Kg/ab anno. Nel corso del 2007 sono stati raccolti in Emilia-Romagna in maniera differenziata 13.158 tonnellate di RAEE, che significa una raccolta pro-capite di 3 Kg/ab. Per il 2008 i dati si attestano su circa 4 kg. In Emilia-Romagna sono presenti 115 impianti di messa in riserva per RAEE e 23 impianti di recupero.