Decreto RAEE, cosa manca per la piena operatività

Rendere operativo il D.Lgs. 49/2014. Un obiettivo che richiede dei passaggi obbligati come la stesura e approvazione dei Decreti attuativi che sono al vaglio del Ministero dell’Ambiente e che dovrebbero rendere non solamente il sistema RAEE italiano più forte, ma anche in grado di raggiungere gli ambiziosi obiettivi posto dall’UE. Il punto della situazione è stato presentato da Sergio Cristofanelli della Direzione RIN – Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare – durante il Forum RAEE che si è svolto nell’ambito di Ecomondo 2015.

1. Andando per ordine, il primo decreto attuativo riguarda una nuova progettazione delle AEE così da agevolare le operazioni di trattamento e il sostegno al riutilizzo del prodotto stesso (articolo 5 comma 1 del D.Lgs. 49/14). Le indicazioni date dal Ministero vanno nella direzione di favorire la cooperazione tra produttori di AEE e gestori di impianti per la definizione di linee guida sull’ecoprogettazione. Ai Produttori dovrebbe essere assicurata una riduzione dell’econtributo per aver ridotto il costo di gestione del fine vita del prodotto.
2. Sul fronte dello Statuto tipo dei sistemi collettivi (previsto dall’articolo 10 comma 8 della norma), le indicazioni arrivate dal Ministero vanno nella direzione di creare un testo di garanzia nei confronti di un servizio che essenzialmente viene svolto in favore della comunità ed è sostenuto dalla comunità stessa. Prevista la presenza di un rappresentante dello Stato nel collegio del revisori.
3. Sull’Uno contro Zero il Ministero ha confermato la volontà di andare verso una maggiore semplificazione della norma per agevolare sia la Distribuzione sia i cittadini nel gestire i RAEE di piccole dimensioni.
4. Risulta al momento fermo il decreto attuativo sul trattamento dei RAEE e relativo all’articolo 18 del D.Lgs. 49/14. L’adozione, prevista in un primo momento a distanza di tre mesi dall’entra in vigore della nuova norma, è in attesa che dall’Europa arrivino le norme tecniche ulteriori
5. Sul fronte dell‘innovazione, ovvero sulle opportunità di sviluppo di nuove tecnologie di recupero, riciclo e trattamento, il Ministero ha annunciato un bando annuale destinato ad enti pubblici e soggetti privati, singoli o associati, per sostenere la ricerca e l’innovazione. I contributi verrebbero definiti ogni anno dallo stesso Ministero.
6. Al fine di agevolare il trattamento dei RAEE non pericolosi, sono attese le procedure semplificate come previsto dall’articolo 20 del D.Lgs. 49/14. Questo dovrebbe passare da una riorganizzazione della disciplina attraverso l’aggiornamento delle norme per la gestione e per l’organizzazione degli impianti di recupero dei RAEE e dall’introduzione del piano di gestione degli impianti che andrebbe così a definire le operazioni dall’accettazione del rifiuto all’addestramento del personale. Previsto anche una format specifico per la comunicazione annuale dei dati all’autorità competente.
7. L’articolo 25 del D.Lgs. 49/14 affronta il tema delle garanzie finanziarie stabilendo che il produttore, nel momento in cui immette un’AEE sul mercato, debba prestare un’adeguata garanzia finanziaria. La garanzia è prestata dal singolo produttore, nel caso in cui adempia ai propri obblighi individualmente, oppure dal sistema collettivo cui il produttore aderisce. L’atteso decreto attuativo andrà in due direzioni: da una parte, adotterà delle modalità per minimizzare l’impatto sui produttori che devono prestare le garanzie, dall’altra farà la distinzione tra RAEE domestici e RAEE professionali.
8. Sul Comitato di Vigilanza e Controllo sulla gestione dei RAEE e delle pile, degli accumulatori e dei relativi rifiuti (previsto dall’articolo 35), la volontà del Ministero è quella di superare le criticità riscontrate nel passato per dare piena operatività a questo strumento di garanzia. Una prima riunione è già stata convocata: il primo passo sarà quello di determinare le modalità di finanziamento per assicurare al Comitato di svolgere le funzioni cui è chiamato.
9. Da ultimo, nella sua relazione il Ministero ha affrontato lo statuto del Centro di Coordinamento tema che è al concerto del Mise e del Mef e per il quale viene richiesta l’approvazione dell’assemblea del CdC.